Applausi a Mattarella - la vera casta ha vinto

Un applauso lungo quattro minuti ha accolto il capo dello Stato per la Prima alla Scala di Milano, un tributo, un ovazione al Capo dello Stato: Sergio Mattarella l suo ingresso nel palco d'onore.
Alla fine dell'applauso durato circa quattro minuti, come di consueto, con la sala del Piermarini illuminata e il sipario chiuso, l'orchestra diretta dal maestro Riccardo Chailly ha intonato l'inno di Mameli.
Perchè non avrei mai applaudito Mattarella?
Semplicemente perchè è il difensore degli indifendibili e scrivo questa affermazione dopo un'attenta riflessione.
Mattarella ha concesso la "GRAZIA" ad Umberto Bossi, reo di insulti discriminatori nei confronti dell'ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Sergio Mattarella ha firmato nei giorni scorsi un decreto di concessione della grazia in favore di Umberto Bossi.
L'atto di clemenza individuale ha riguardato la pena detentiva ancora da espiare, prevista in un anno di reclusione, inflitta per il delitto di offesa all'onore e al prestigio del Presidente della Repubblica (c.d. vilipendio: art. 278 c.p.), in riferimento a fatti commessi nel 2011 quando al Colle c'era Giorgio Napolitano.
Invece per la 68enne Elvira Zanrosso, accusata di aver insultato il Presidente della Repubblica tramite dei post sui social, invece la pena potrebbe essere fino a 15 anni di reclusione.
La donna, infatti, è tra le 9 persone che potrebbero andare a processo per vari reati: non solo offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica, ma anche attentato alla libertà e istigazione a delinquere (tutto tramite post sui social, come del resto avviene quotidianamente).Del resto se fosse riconosciuta colpevole per tutti questi reati (e venisse condannata alla massima pena prevista dal Codice penale) le si potrebbero aprire le porte del carcere.
La casta, non quella che menzionava Grillo, quella dei politici o di chi siede in Parlamento e gode di privileggi, la vera CASTA, quella degli intoccabili al di là delle barriere di noi comuni mortali, che esula dai colori di partito è formata da quel gruppo di persone che spente le luci si siedono insieme allo stesso tavolo fra pari, questa è la CASTA che ha vinto.
Riflettiamo bene, da una parte abbiamo degli haters che hanno criticano aspramente il Capo dello Stato in un clima da Stadio post elezioni 4 marzo 2018 che rischiano fino a 15 anni di carcere, dall'altra abbiamo un SENATORE della Repubblica che ha dato del "teru'n'" all'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non tramite qualche post su internet, dove poco dopo verrà dimenticato travolto da nuovi metadati, ma dal palco della festa invernale della Lega Nord, la "Be'rghem frecc" di Albino nel dicembre del 2011.
Per questo il fondatore della Lega, Umberto Bossi era stato condannato dal tribunale di Bergamo ad un anno e 6 mesi di reclusione per vilipendio del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio dei ministri.
"Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un teru'n",
Aveva detto accennando il gesto delle corna con la mano destra. Il comizio era stato filmato e poi trasmesso sia da televisioni sia su Youtube, e molti cittadini (oltre un centinaio) da tutta Italia avevano presentato denunce contro Bossi: alcuni di loro erano anche stati sentiti come testimoni nel corso del processo a Bergamo. Bossi era stato rinviato a giudizio con l'accusa di aver offeso l'onore e il prestigio del Capo dello Stato, oltre che di vilipendio alle istituzioni con l'aggravante della discriminazione etnica.
Onestamente avrei evitato l'applauso a Mattarella, il 2019 non è stato un anno facile da un punto di vista politico, avrei auspicato che umanamente, così come fanno i grandi uomini di cultura, sarebbe passato sopra degli insulti di una signora un pò avanti con l'età.
Del resto quante denunce dovrebbero fare i personaggi pubblici che quotidianamente sotto vittima di odiatori da tastiera? Se ci piace il progresso, la globalizzazione e la modernità dobbiamo anche imparare a convivere e sopportare ciò che da essa ne consegue.