La politica di Halloween

31.10.2017

I motivi per cui detesto Halloween sono parecchi e molti di questi sono legati al fatto che tale ricorrenza appartiene alla blasfema sfera religioso-culturale anglosassone,  che poco ha da spartire con la millenaria e superiore cultura dei popoli del Mediterraneo. 

In Halloween vedo, oltre che l'ennesima scusa per farci risucchiare dal morbo del consumismo, la volontà di un mondo  globalizzato e globalizzante, che ci vuole sottomessi ad un pensiero unico.

Negli ultimi anni il 31 ottobre si celebra un festa che non appartiene alla nostra cultura e di cui poco conosciamo, ma che ci è stata imposta sia dai media, sponsorizzando a più non posso eventi di cui si sarebbe ignorata l'esistenza, sia dalle grandi lobby che gestiscono la grande distribuzione di prodotti e servizi.

Negli ultimi anni infatti gran parte  dei supermercati, centri commerciali e stores di vario genere sono stati inondati sempre più di gadget macabri che pochi di noi avrebbero avuto il coraggio di comprare se non fossero stati esposti per settimane intere sotto gli occhi di tutti, sopratutto dei più piccoli.

Infatti tutto è iniziato con la giustificazione che ai bambini piace sempre fare festa e quindi se il 31 sera si aveva voglia di mangiare dolci e vestirsi in maschera che male ci sarebbe stato? A maggior ragione se in Italia giorno 1 novembre è vacanza e le scuole sono chiuse ( per una ricorrenza ben più decente e cattolicamente appartenente alle nostre radici).

Halloween da ricorrenza marginale, limitata da un interesse fanciullesco col passare degli anni ha ingrandito la sua fetta di mercato, passando ben presto dai giovanissimi ai giovani, ma come? Proponendo ai più grandi feste in discoteca e serate mondane all'insegna del divertimento più disparato.

L'unica fascia della società che sembra non aver accusato l'influenza di una ricorrenza a noi estranea risulta essere quella degli over40, ma questo però poco importa a chi vuole renderci schiavi di un occidentalizzazione globalizzata a guida americana, perchè  nel bene come nel male, al di là dell'Atlantico sanno bene che per controllare una società il primo passo da compiere è indottrinare i giovani e non andare a caccia di categorie "over" che ben presto saranno fuori dai giochi.

I mio essere inquieto negli ultimi anni al sopraggiungere del 31 ottobre non scaturisce nel vedere il mio paese  celebrare qualcosa che non appartiene alla propria tradizione, anzi sarei felice di poter vedere per le strade anche le celebrazioni del Capodanno Cinese o del  Purim ebraico.

La mia inquietudine nasce nel vedere il mio paese assoggettarsi non solo politicamente ma adesso anche culturalmente ad una nazione che con noi ha ben poco da spartire.

Spero di sbagliarmi, ad oggi non vedo ancora nessuna casa decorata in modo macabro con zucche e scheletri vari, ma sono sicuro che tra meno di una decina d'anni, le nostre case e le nostre vie saranno inondate da addobbi in cui non sapremo rispecchiarci.



Filippo Sardella- Blog 
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