Trump e la guerra dei dazi <<il falso mito del debito pubblico USA in mano ai cinesi>>

Quando si parla di impero americano, oltre alle risorse naturali entrano in gioco molti altri fattori. C'è la forza economica innanzitutto, misurata in base al PIL (per quanto esso sia discutibile e controverso) l'America rimane la nazione più ricca del mondo. La Cina si avvicina e il sorpasso è alla sua portata, però la ricchezza cinese è ripartita su una popolazione oltre quattro volte maggiore e quindi non dà lo stesso benessere materiale procapite.
Esiste una diffusa leggenda secondo cui l'economia americana è un colosso coi piedi d'argilla perchè deve sostenere un debito pubblico gigantesco; e la Cina può ricattarla perchè acquista gran parte dei titoli pubblici emessi dal Tesoro USA.
Questo luogo comune si basa su grossolane imprecisioni e sopratutto è dettato da una scarsa comprensione dei meccanismi economici.
Anzitutto, il debito pubblico di un paese va commisurato alla sua ricchezza, che ci dice quanto sia sostenibile, cioè quanto sia facile o difficile pagare gli interessi o rimborsare i creditori. Il debito americano per quanto cospicuo, rappresenta solo il 74% del Pil (dato relativamente recente 2016), quindi è piu basso della media dell'Unione Europea, che è dell'87%, e molto più basso di quello dell'Italia (oltre il 130) o del Giappone che detiene il record mondiale a quota 230.
La Cina non è, contrariamente a quanto si creda, il maggiore acquirente di titoli del Tesoro USA: quel ruolo spetta alla Federal Reserve, che è la Banca Centrale di Washington. In altri termini, prima di tutto è l'America che finanzia se stessa. La Cina inoltre non è più il principale investitore estero in titoli del debito americano: lo è stata per anni, ma il Giappone l'ha superata riprendendosi un ruolo che ebbe già negli anni'80 del secolo scorso.
Sopratutto bisogna capire che in questo caso il rapporto debitore-creditore segnala una dipendenza reciproca. L'idea che il governo cinese possa ricattare quello degli Stati Uniti minacciando di non comprare più i suoi buoni del Tesoro è semplicemente assurda: se ci provasse la Cina farebbe del male a se stessa. Una delle prime conseguenze sarebbe una forte svalutazione del dollaro, che renderebbe più care le merci "Made in China".
Inoltre un paese che accumula avanzi commerciali come la Repubblica Popolare Cinese ha bisogno di riciclarli in attività finanziarie sicure, e non esiste al mondo un titolo altrettanto sicuro di un buono del tesoro USA., non a caso definito "bene rifugio"; motivo per cui Wall Street è il mercato con più liquidità che ci sia (ovvvero se ha bisogno di vendere in fretta i suoi beni, trovva quasi immediatamente degli acquirenti).
La Cina non ha alternative, del resto lo sanno gli stessi miliardiari d'oriente che comprano appartamenti a Manhattan o a San Fransisco; non sono i miliardari americani a prepararsi ad un piano B acquistando residenza secondarie a Pechino o Shangai.