Il Califfato: alle origini del terrorismo islamico

21.05.2018

Con la sconfitta dell'Impero Ottomano nel 1918,  prese il potere in Turchia il Kemal Pasa Ataturk. erede e poi antagonista del movimento rivoluzionario Ittihat ve terrakki (Unità a progresso), noto anche come Genc Turkler  ovvero "Giovani Turchi", che governava il paese dal 1908 e aveva deposto il sultano Abdulhamid II sostituendolo con suo fratello Mehmet Resat, ma solo come monarca costituzionale. Il regime dei Giovani Turchi degenerò presto in una dittatura militare, scoprì il nazionalismo, sconosciuto all'islam classico dove si vede una società universale sotto a guida confessionale, ,massacrò gli armeni (sotto la direzione del ministro degli Interni Talaat Pasa), negò i diritti nazionali ai curdi ed espulse i greci. Dopo la sconfitta militare i leader dei Giovani Turchi fuggirono dal Paese, aprendo la via a Kemal Pasa Ataturk. Nel 1922 questi depose l'ultimo sultano, Mehmer Vahdettin VI, succeduto a Mehmet Resat, ma permise che gli venisse nominato un successore, Abdulmecit II, unicamente con la carica religiosa di Califfo.

Ma chi era il Califfo ai tempi dell'Impero Ottomano? 

Fino alla caduta dell'Impero Ottomano avvenuta nel 1918, il Sultano di Costantinopoli/Istanbul, ovvero il capo temporale della Turchia, si fregiava infatti anche del titolo di Califfo, una parola araba (khalifah) che vuol dire "successore" o "vicario", ovviamente del profeta Muhammad.

Il sultano ottomano si presentava così come l'erede legittimo dei due grandi califfati arabi: di Damasco (dinastia degli Omayyadi 661-750) e di Baghdad (dinastia degli Abbassidi 750- 1258).

Come sovrano temporale la sua autorità si estendeva solo al territorio dell'Impero, mentre come Califfo il suo governo spirituale teoricamente, abbracciava tutto l'islam sunnita, dal Marocco all'Indonesia, arrogandosi l'attributo di "guida dei credenti", già assunto dal secondo successore di Muhammad, Omar. Il Califfo in breve era come un versione islamica del papa.

Ritornando alla fine della Prima Guerra mondiale, nella fattispecie all'ottobre del 1923, quando venne proclamata la Repubblica Turca, il primo atto di questa più precisamente nel marzo 1924, il parlamento decise di abolire il califfato e mando in esilio Abdulmecit II che mori a Parigi nel 1944.

La decisione di abolire il Califfato fu uno shock per molti musulmani, come se una rivoluzione interna in Italia decidesse di abolire il papato. 

Benché la soppressione del califfato fosse stata opera degli stessi turchi, musulmani, se pure divenuti laicisti con l'avventi prima dei Giovani Turchi e poi di Ataturk, nel mondo islamico questa decisione venne percepita come una violenza dell'Occidente, al quale per l'appunto i Giovani Turchi esplicitamente dicevano di ispirarsi. 

Tale decisione destò sgomento in maniera particolare in India, dove la forte comunità islamica composta da poco più di 70 milioni di musulmani, vedevano nella fine del califfato una grave sconfitta, motivo per cui proprio in India, negli anni successivi sorsero movimenti che si prefiggevano di restaurare il califfato, ovviamente tutti con una forte connotazione anti-occidentale.

Non a caso proprio Bin Laden, artefice e iniziatore del terrorismo islamico internazionale come arma per colpire i paesi Occidentali, durante uno dei suoi tanti video messaggi ha ben esplicitato "Ciò che gli Stati Uniti provano oggi è ben poca cosa rispetto a ciò che noi abbiamo provato per decine di anni. La nostra comunità, (la Ummah) ha provato questa umiliazione e disprezzo per più di 80 anni"

Filippo Sardella- Blog 
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