Imparare dalla Mafia
Salvatore Grigoli uomo di mafia neo trentenne, aveva 3 figli e già 50 omicidi alle spalle.
No, non è un nuovo personaggio venuto fuori nella terza stagione di Gomorra; purtroppo per chiunque abbia avuto la sfortuna di incontrarlo durante il suo periodo di attività, Salvatore è realmente esistito. Il suo nome è diventato famoso dopo aver ucciso Don Pino Puglisi, il sacerdote eroe di Brancaccio.
Non voglio scrivere le solite righe che demonizzano la mafia, stavolta voglio provare ad andare contro corrente e provocarvi; voglio dare il merito a "Cosa Nostra" di aver capito prima di chiunque altro in questo paese, che qualsiasi società e/o organizzazione che desidera per se stessa un prospero futuro, non deve smettere mai di investire sui giovani.
Ritornando a parlare di Salvatore Grigoli, l'omicida che poco dopo l'uccisione di Don Pino Puglisi si è costituito consegnandosi alle forze dell'ordine, durante il corso del suo interrogatorio ha dichiarato che la sentenza di morte nei confronti del parroco era partita dai fratelli Graviano, i Boss che allora controllavano Brancaccio. Anche per la mafia selvaggia come quella di Toto Reina e dei suoi affiliati, uccidere un prete, soprattutto per superstizione, era un atto deprecabile; ma Don Pino Puglisi doveva morire.

Ma perchè questo accanimento nei confronti di un sacerdote? Perchè uccidere un innoquo parroco di un quartiere popolare?
Questo lo rivela proprio Grigoli durante il suo interrogatorio con una frase emblematica ma carica di significato
"Si portava i picciriddi cu iddu" che in italiano significa "si portava i bambini con sè"
Padre Pino Puglisi ha avuto il merito e la bravura di avvicinare a sè quelle che sarebbero diventate le future leve della criminalità organizzata. Come ci riusciva? Lo dice sempre lo stesso Grigoli " continuava ad andare in Prefettura e al Comune per chiedere la scuola media" Si, perchè in un quartiere a rischio (come c'è ne sono molti in Italia), finire un ciclo di studi con la quinta elementare significava consegnare i ragazzi dritti a fare manovalanza in quel mondo criminale che li avrebbe accolti a braccia aperte.
Volenendo concludere la mia provocazione iniziale, perchè voglio merito alla mafia? Perchè al contrario delle contemporanee forze politiche che si alternano alla guida del paese (colpi di stato velati a parte), lei si preoccupa realmente dei propri giovani, capisce che il futuro non è potere, denaro e referenza fine a se stesso, ma di una selezione che premia i migliori.
Volevo riportare alcuni dati, auspicandomi che qualsiasi governo eletto adotti dei metodi un pò più "mafiosi" coi suoi giovani; sperando che abbia a cuore il loro futuro, basato innanzitutto su una valida istruzione; augurandomi di non rivivere ancora quanto sta accadendo già dal 2014, quando la spesa pubblica per l'istruzione in Europa ha cominciato a crescere con un aumento annuo dell'1,1% in termini reali, mentre in Italia è andata sempre più in diminuzione. Per questo ad oggi siamo gli ultimi in classifica per investimenti nel settore della pubblica istruzione assieme a Cipro, Slovenia, Estonia e pochi altri.
I dato OCSE sono inequivocabili , confermano l'Italia relegata agli ultimi posti su scala europea. Si considerino i seguenti dati:
- spese per la formazione: circa il 4% del Pil (la situazione è addirittura più drammatica rispetto a quella che è costretta ad affrontare la Grecia);
- spese per la formazione terziaria: 7 miliardi nel 2013 (in Germania, invece, tali spese nel 2013 ammontavano a 28 milioni);
- politiche attive di inserimento nel lavoro: appena lo 0,36% del Pil (lo standard internazionale è dello 0,57%).
Mi sento di concludere questa mia provocazione con una bella frase dell'ex Ministro delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti:
"Giovani italiani vanno all'estero? Alcuni meglio non averli tra i piedi".
Ma voi vi immaginate un Tommaso Buscetta, un Luciano Liggio o un Giuseppe Calò dire che preferirebbero vedere i loro ragazzi all'estero anziché lavorare per loro?